Cosa evitare di condividere sui social network

Condividi l'articolo!

Da recenti studi risulta che 6 studenti su 10 utilizzano i social network per l’intera giornata, 9 su 10 fanno uso di Instagram: ovviamente non è tutto rose e fiori, e i rischi si affiancano alle opportunità.

Abbiamo visto come i social network possono essere di grande aiuto per chi studia, dato che permettono ai compagni di classe di scambiarsi materiali di studio, opinioni e risposte a dubbi frequenti: tuttavia, esistono anche situazioni a causa delle quali i giovani che navigano in rete sono esposti al rischio di subire truffe, violenze e denigrazioni che possono minare l’autostima e danneggiare la reputazione.

Istituto Leonardi ti suggerisce una serie di buone norme per imparare a navigare riducendo il rischio di commettere gli errori che possono esporti a fenomeni di violenza e di emarginazione.

Gli studenti utilizzano i social network principalmente per:

  • socializzare
  • soddisfare le proprie esigenze di informazioni
  • intrattenersi con giochi, video e quiz messi a disposizione dalle piattaforme
  • condividere messaggi e foto

motivazioni che possono indurre i naviganti a prendere contatti con adescatori, truffatori e malintenzionati in genere dietro falsa identità.

Whatsapp è una delle applicazioni preferite dai giovanissimi per interagire con gli altri e per scambiarsi opinioni e materiali: seguono Instagram – molto apprezzata per la visibilità che dona ai contenuti del momento – e Twitter, per vagliare velocemente gli aggiornamenti dei personaggi seguiti.

Tuttavia non mancano indubbiamente i rischi legati alla condivisione in rete.

I principali si accompagnano ai fenomeni di cyberbullismo, agli atteggiamenti atti a denigrare e intimidire gli studenti, spesso emarginati rispetto al “branco” dominante.

Chi vuole nuocere a qualcuno in particolare può approfittare di video e messaggi per insultare, deridere e danneggiare la reputazione altrui: i social media e le app di messaggistica, purtroppo, rendono estremamente facile rendere virali materiali che vorremmo restassero riservati.

Perché si condividono materiali pericolosi in rete? Generalmente:

  • si crede erroneamente di poter limitare l’accesso a video e immagini introdotti
  • non ci si rende conto del fatto che la memoria del web sia eterna e che contenuti dimenticati possono essere riscoperti e impiegati per nuocere

Indubbiamente, la prudenza va esercitata a monte: una volta condivisi – anche solo come messaggi privati – testi e video dal carattere riservato, è difficilissimo tornare indietro: molto spesso si inoltrano immagini destinate a specifiche persone che però – per malafede oppure per disattenzione – possono venire condivise senza restrizioni e, purtroppo, senza controllo.

  1. Evita sempre di spedire a chicchessia, compresi i tuoi amici, video e foto che possono servire a denigrare oppure a diffamare chiunque.
  2. Impostare la privacy di Facebook per definire cosa gli altri possono e non possono vedere è un passo, seppure non sufficiente, perlomeno di aiuto nel ridurre le conseguenze dannose a cui si può incorrere lasciando le proprie bacheche alla mercé dei malintenzionati.
  3. Indirizzo di casa, numero di telefono, la propria posizione sono tra le principali informazioni da non diffondere per evitare che cadano in mano a coloro che potrebbero volerci nuocere: le foto di minori, ad esempio di parenti, non dovrebbero essere in nessun caso condivise, nemmeno per mostrarle ad amici o conoscenti, proprio per l’alta facilità con cui sconosciuti possono metterci le mani sopra.
  4. Se vuoi postare foto che ti ritraggono, meglio verificare che il tuo smartphone non aggiunga automaticamente marcatori sulla tua posizione, per evitare che malintenzionati possano essere a conoscenza dei tuoi spostamenti.

Purtroppo, molto spesso la vittima dei soprusi, anziché venire aiutata, è oggetto di scherno e dileggio, in particolar modo se è stata proprio lei a rendere disponibili video o dichiarazioni riservati su sé stessa.

Questa tendenza alla colpevolizzazione non deve dissuadere chi è vittima di soprusi a denunciare quanto subito alle autorità postali, per portare alla luce i crimini perpetrati ed evitare che altri finiscano preda di simili vessazioni.

Se cadi vittima di soprusi e non sai come uscirne, pensa sempre che attorno a te c’è qualcuno che può venirti in aiuto: un insegnante, un genitore, un amico può ascoltarti e darti il supporto di cui necessiti per uscire da una situazione deprimente, dolorosa, umiliante, che a prima vista può apparirti irrisolvibile ma che in realtà si può affrontare e dirimere.

Conoscenza e formazione sui rischi che si possono correre in rete sono la chiave per poterne fruire in maniera libera e sicura: non per niente è stato formato il Toolkit per la formazione Safe-Web, un vademecum di buone pratiche suggerite dalla Polizia di Stato, frutto dall’esperienza nella lotta pluriennale ai fenomeni di cyberbullismo, aggiogamento e di aggressione psicologica.